lettera da Cisternino

quinta parte

Se invece  ti siedi ad un tavolino all’aperto, in una delle strette stradine , passerai il tempo gustando un cibo semplice e di origine antica riproposto nei cosiddetti  Fornelli oppure  accanto, in altri locali, dove  giovani chef si fanno strada ricercando connubi intriganti tra la produttività locale e le note particolari di qualche ingrediente inconsueto. Ma ciò che godrai maggiormente è il tempo. Questa imprescindibile dimensione astratta che noi purtroppo siamo abituati a riempire di condizionamenti concreti che la rendono pesante e determinante di tante  corse quotidiane.

 Il tempo qui è lento e godibile e coloro che lo sanno, lo accontentano e restano ad ascoltare, a guardare, a percepire, a scoprire. C’è un’atmosfera unica a Cisternino, una forma mistica che ti spinge a soffermarti sulle sensazioni,  che elabora le riflessioni, amplifica i sentimenti facendo si che le dinamiche emotive subiscano una sorta di risveglio. Sicuramente è questa dimensione che ha fatto si che circa quarant’anni fa fosse costruito l’Ashram Bhole Baba dedicato agli insegnamenti di Sri Babaji, un luogo dedicato alla meditazione e alla preghiera. Un luogo appunto dove “fermarsi” a ridialogare con se stessi e con il divino.

Le migliori parole che però,  per me,  il divino possa farci ascoltare sono quelle della terra. E’ dall’ unione dello spirito dell’uomo con quello della terra  che nasce il mio senso di appartenenza all’ universo e questo senso lo puoi sentire attraversando le contrade di campagna che circondano il centro abitato. Non si può restare indifferenti alle forme scultoree degli ulivi, alle loro contorsioni aeree che riconducono a figure antropomorfe o zoomorfe o semplicemente a forme astratte di una potenza visiva enorme. Non mi stanco mai di osservare gli ulivi e di assorbire la loro presenza arcaica mentre cammino tra i campi, scortata dai muretti a secco, altro segno inequivocabile dell’uomo antico, puro e sostanziale. I vigneti ordinati, i campi puliti, il rumore dei trattori, il latrato dei cani, la costante luce solare e la frescura delle ombre accompagnano le mie camminate solitarie alla scoperta di vecchi trulli abbandonati dove entrare piano per ritrovare la forma di un tempo perduto, un tempo contadino che nella terra aveva posto il suo unico scandire.

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